I nomi hanno due forme per indicare il numero → singolare e plurale.

  • il singolare si usa quando si vuole indicare una sola cosa, una sola persona o un solo animale; 
  • si usa invece il plurale per indicare più cose, più persone o più animali.

Il plurale dei nomi

Il numero dei nomi: singolare e plurale

Per quanto riguarda il numero, i nomi hanno due forme: singolare e plurale.

 Il singolare si  riferisce a una sola persona, a una sola cosa, a un solo animale, 

il plurale si riferisce a due o più persone, a due o più cose a due o più animali:

una mano (singolare)  /  due  mani (plurale)

una signora (singolare)  /  due signore (plurale)

un cane (singolare)  /  quattro  cani (plurale)

una scuola (singolare)  /  molte scuole (plurale)

Formazione del plurale.

Anche per la formazione del plurale le regole vengono dalla pratica.

I nomi singolari maschili formano il plurale cambiando, di regola, in -i la vocale finale:

l'  albero    gli alberi        
il pallone i palloni
il tavolo i tavoli
il muro i muri
il letto i letti
il cane i cani
il fiume i fiumi

Quelli femminili formano il plurale cambiando la -a finale in -e, e la -e finale in -i

la donna le donne
la casa le case
la carota le carote
la terra le terre
la sedia le sedie
la mela le mele
la dottoressa le dottoresse
la bicicletta le biciclette
la macchina le macchine
 la finestra le finestre

da -e   ⇒  plurale -i

la canzone le canzoni
la  nube le  nubi
la colazione le colazioni
l' arte le arti
la stagione le stagioni
la notte le notti
la stazione le stazioni
la nave le navi
l' estate le estati
       

Casi particolari di formazione del plurale

i nomi femminili che finiscono in -ca formano il plurale in -che:

  L' amica   Le amiche
  La banca   Le banche
  La bistecca   Le bistecche
  La bocca   Le bocche
  La discoteca   Le discoteche
  La domenica   Le domeniche
  La giacca   Le giacche
  La musica   (Le) musiche
  La politica   Le politiche
  La repubblica   Le repubbliche

nomi in -co

  il fuoco I  fuochi
  Il gioco i  giochi  
  Il parco i  parchi
  il palco i palchi
         

-e - ga:

 in chi e ghi se sono maschili:

il monarca – i monarchi

 in che e in ghe se sono femminili:

la nuca – le nuche; la strega – le streghe

Eccezioni: belga (= abitante del Belgio) fa belgi al maschile e belghe al femminile.

 I nomi che finiscono in -cia e -gia che si pronunciano con l’accento sulla -i (allergìa, farmacìa) formano il plurale in -cie e -gie:

farmacia-farmacie; allergia – allergie

(si pronunciano: farmacìa - farmacìe; allergìa-allergìe).

 I nomi che finiscono in -cia e -gia (senza l’accento sulla -i) formano il plurale:

a) in cie e gie se tali sillabe sono precedute da una vocale:

camicia – camicie; valigia – valigie

b) in ce o ge se tali sillabe sono precedute da una consonante:

provincia – province; freccia – frecce

La distinzione tra i plurali in -cie, -gie e quelli in -ce, -ge è solo ortografica: la -i non si pronuncia in parole come -camicie- o -valigie.

I nomi in -co e -go formano il plurale in -chi e -ghi se hanno l’accento sulla penultima sillaba (parole piane):

fuoco - fuochi;  falco – falchi;

albergo - alberghi  luogo – luoghi

Eccezioni: amico-amici; nemico-nemici; greco-greci; porco-porci.

I nomi in -co e -go formano il plurale in -ci e -gi se hanno l’accento sulla terzultima sillaba:

medico-medici; asparago-asparagi

Eccezioni: incarico-incarichi; obbligo-obblighi; carico-carichi;

Ci sono molte eccezioni, alcune regole possono essere utili:

i nomi in -fugo hanno sempre il plurale in -ghi (profugo-profughi);

i nomi in -logo che si riferiscono a persone (biologo, cardiologo, teologo) hanno il plurale in -gi; mentre quelli che si

riferiscono a cose (catalogo, dialogo, prologo) hanno il plurale in -ghi.

I nomi in -io (senza l’accento sulla -i) perdono la -i del tema e conservano solo quello della desinenza:

- viaggio-viaggi; figlio-figli; bacio-baci;

Eccezioni: "tempio" al plurale fa "templi".

I nomi in -io fanno il plurale in -i,  ma se hanno la -i  accentata   formano il plurale in -ii:

zio-zii; addio-adii; pendio-pendii.

Eccezioni: "dio" al plurale fa "dei".

Alcuni nomi in -o al plurale diventano femminili e prendono la desinenza -a:

il centinaio le centinaia

il migliaiole migliaia

il migliole miglia

l’ossole ossa

il paio le paia

il riso (il ridere) le risa

l’uovo le uova

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