I gradi dell'aggettivo qualificativo
L’aggettivo qualificativo, esprime anche il grado, cioè la misura di quella qualità. Ha tre gradi:
È di grado positivo quando esprime solo l’esistenza di una qualità:
Carlo è alto.
grado comparativo quando l'aggettivo esprime la qualità stabilendo un confronto tra persone e cose. Il paragone tra due termini rispetto a una certa qualità può rilevare rapporti di tre tipi: di maggioranza, di minoranza, di uguaglianza. Si avranno per ciò i seguenti comparativi:
di maggioranza
Carlo è più alto di Luca.
di uguaglianza:
Carlo è alto come Luca.
Carlo Luca
di minoranza
Carlo è meno alto di Luca.
Luca Carlo
grado superlativo: l’aggettivo esprime la qualità al massimo grado in due possibili modi:
a) in senso assoluto quando indica la qualità al massimo livello senza termini di confronto e senza fare riferimento ad altri.
Carlo è altissimo.
b) In senso relativo, quando esprime il grado massimo o minimo di una qualità in relazione ad un gruppo di persone o cose.
Carlo è il più alto dei suoi compagni.
Giovanni Carlo Stefano Luca Paolo Francesco
Grado comparativo:
di maggioranza:
quando la qualità espressa dall'aggettivo è data come presente nel primo termine di paragone in misura maggiore che nel secondo. Si forma premettendo all'aggettivo l'avverbio più. Il secondo termine di paragone è introdotto da (di, del, della, degli, ecc).
Carlo (primo termine di paragone) è più alto (comparativo di maggioranza) di Luca(secondo termine di paragone).
Mio fratello è più giovane di me.
di minoranza
quando la qualità espressa dall'aggettivo è data come presente nel primo termine di paragone in misura minore che nel secondo. Si forma premettendo
all'aggettivo l'avverbio meno. Il secondo termine di paragone è introdotto da di(del, della, degli ecc).
Carlo (primo termine di paragone) è meno alto (comparativo di minoranza) di Luca.(secondo termine di paragone).
Il gatto è meno agile dello scoiattolo.
di uguaglianza
quando la qualità espressa dall'aggettivo è presente in modo uguale nei due termini di paragone. Il primo termine può essere preceduto dagli avverbi così, tanto, altrettanto (solitamente sottintesi); il secondo termine è introdotto da come o quanto.
Questi orecchini (primo termine di paragone) sono altrettanto belli (comparativo di uguaglianza) come quelli (secondo termine di paragone) che portavi ieri.
Carlo è simpatico come suo padre.
Quando la comparazione avviene non tra due nomi o tra un nome e un pronome, ma tra due aggettivi, due verbi, due avverbi, il secondo termine di paragone è introdotto da che.
Questa macchina è più bella (primo termine di paragone) che comoda(secondo termine di paragone).
Il grado superlativo
Una qualità al massimo livello può essere espressa dal grado superlativo in due diversi forme:
a) superlativo assoluto, quando la qualità espressa dall'aggettivo è data come posseduta al massimo grado indipendentemente da ogni termine di confronto.
Si può formare:
1) aggiungendo al tema dell'aggettivo di grado positivo il suffisso -issimo (-i,-a, -e):
pesante: pesant + issimo= pesantissimo.
Un pacco pesantissimo.
Una valigia pesantissima.
alto: alt + issimo = altissimo
Un grattacielo altissimo.
Una scala altissima.
veloce: veloc + issimo = velocissimo
Un treno velocissimo.
Una macchina velocissima.
2) premettendo all'aggettivo di grado positivo un avverbio che ne rafforzi il significato
(molto, assai, decisamente, estremamente...)
pesante:
Una lettera molto pesante;
Era una situazione assai pesante.
È stato un incontro decisamente pesante.
È una responabilità estremamente pesante
3. premettendo all'aggettivo di grado positivo prefissi come stra, arci-, extra-, iper-, super, sovra, sopra, ultra, ex .
Sono arcistufa delle tue lamentele.
4. ripetendo due volte l'aggettivo di grado positivo.
se ne andò zitto zitto.
In cantina c’è un gatto piccolo piccolo.
Un amore grande grande.
5. aggiungendo all'aggettivo di grado positivo un altro aggettivo di significato simile:
Sono stanca morta.
Questa macchina è nuova fiammante.
Sono arrivato a casa bagnato fradicio.
A volte l’unione di due aggettivi da luogo a veri e propri modi di dire, che vanno usati solo se si conoscono bene.
superlativo relativo:
quando la qualità espressa dall'aggettivo è data come posseduta al massimo grado (superlativo relativo di maggioranza) o al minimo grado (superlativo relativo di minoranza) in rapporto a un gruppo di persone o cose. Si forma premettendo "il più" o "il meno" all'aggettivo di grado positivo. Il gruppo di persone o cose che costituisce il termine di riferimento può essere introdotto dalle preposizioni di, tra, fra, oppure può essere sottinteso.
Carlo è il più alto della nostra squadra.
Carlo è il meno alto della nostra squadra.
Carlo è il più alto tra i nostri giocatori di calcio.
Sono stati convocati solo i giocatori più alti.